La categoria dei cattivi pagatori è una sorta di girone infernale dantesco: chi ci finisce dentro, infatti, può trovarsi a battere contro un vero e proprio muro quando prova a rivolgersi ad una banca o ad una finanziaria per poter avere un prestito.
Non per tutti, però, questa iscrizione è così drammatica. Non lo è stata ad esempio per i grandi nomi venuti fuori all’epoca dello scandalo del Monte dei Paschi di Siena, quando furono divulgati i nomi di pezzi grossi dell’economia italiana che avevano avuto prestiti dalla banca senese senza mai ripagarli. In quel caso, però, non si trattava delle poche migliaia di euro che basta non pagare per finire sulle blacklist compilate da agenzie preposte a fornire questo servizio, ma di cifre iperboliche, spesso decine di milioni di euro, per le quali però l’istituto bancario non si era premurato di attivare procedure draconiane come quelle di cui sono vittima i pesci piccoli. Tanto da richiamare ancora una volta alla memoria del grande pubblico il detto in base al quale se si ha un piccolo debito verso una banca, il problema è del cliente, ma se il debito è grande il problema è tutto della banca.
Prestiti per cattivi pagatori: è possibile ottenerli?
Come abbiamo ricordato, l’iscrizione ad una lista di cattivi pagatori, ovvero alle liste nere compilate da società specializzate all’uopo, come ad esempio il CRIF, può aprire un periodo di ulteriore difficoltà per l’interessato. Da quel momento, infatti, ogni volta che si rivolgerà ad un istituto creditizio per ottenere un finanziamento dovrà convivere con la sua nomina e rassegnarsi ad essere trattato con notevole sospetto dalla controparte.
Va comunque ricordato che i prestiti per cattivi pagatori sono una soluzione praticabile e anche facilmente reperibile sul mercato, a patto di poter presentare garanzie alternative al traballante o inesistente merito creditizio. Si può infatti ricorrere ad una formula come il prestito con garante, in cui l’onere di fornire rassicurazioni all’ente erogante passa in carico ad una terza figura chiamata a subentrare al contraente principale ove questi non sia in grado di saldare una rata di rientro. Oppure si può optare per il prestito cambializzato, che prevede l’utilizzo di titoli esecutivi, le cambiali appunto, al posto della rata mensile e l’ipoteca su un bene di proprietà del debitore.